Storia di Treiso

Storia

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Descrizione

Treiso ha una storia antica cinquemila anni, di cui si sono rinvenute alcune tracce in frazione Pertinace, risalenti all’Età della Pietra e a quella del Ferro. La storia dice che a Treiso (dal latino Tres o Terzius), era sita la pietra del terzo miglio della strada romana Magistra Langarum, che da Alba Pompeia conduceva in Liguria e poi nella Provenza francese. Di questa strada rimangono alcuni frammenti tra le colline.

L’imperatore romano Publio Elvio Pertinace (193 d.C.) nacque proprio nella zona di confine tra il comune di Treiso e di Barbaresco: esiste ancora oggi una frazione di nome Pertinace, in cui sono state trovate tracce dell'età della pietra e del ferro e che, con la Cascina Manzola - anticamente detta Villa Manxionis -, costituiva un’importante stazione di sosta e ristoro per i generali romani che qui si fermavano a mettersi in ordine prima di entrare in Alba Pompeia. Dopo l’anno Mille, in località “Montersino” venne fondato un importante convento di cui non è rimasta traccia, mentre sui rilievi più alti ad est, in località Parodi, era stata costruita in precedenza una chiesa dedicata a S. Alessandro, martirizzato ad Alba. Col trascorrere del tempo lo stretto vincolo che legava Treiso ad Alba si allentò. Le vicende politiche che investivano tutta l’area, in costante precario equilibrio tra Alba e Asti, rendeva effimera ogni forma di stabilità arrecando incertezza e confusione. Ma Treiso disponeva di una “carta vincente”: la salubrità della plaga collinare e l’ambiente ameno rappresentavano una sempre maggiore attrattiva per gli stessi albesi. Muovendo da Treiso, nel 1617 il duca di Savoia Carlo Emanuele I assalì Alba e se ne impadronì. A partire da questo evento, il rapporto della comunità di Treiso con Alba declinò a favore di quello col comune di Barbaresco. Fu Carlo Emanuele II a rivendere Treiso e Barbaresco agli Albesi per 500 scudi. Vittorio Amedeo II mise poi all’incanto i due borghi, aggiudicandoli ai fratelli Gallegani di Canellli per una cifra superiore di cinque volte a quella offerta dagli albesi. Da questo momento Treiso divenne, a tutti gli effetti, frazione di Barbaresco. Durante la seconda guerra mondiale, si consumarono a Treiso la lotta partigiana e le vite di molti giovani che abbracciarono gli ideali della Resistenza. Per questo, il paese è annoverato fra i più “veraci” luoghi raccontati da Beppe Fenoglio: Treiso ha un ruolo di primo piano in "Una questione privata" come sede della brigata di Leo a cui fa capo il protagonista Milton, ma è citato anche in "Frammenti di romanzo" e nel racconto "L’andata". Ricorre poi con frequenza anche ne "Il partigiano Johnny" essendo l’ultimo avamposto partigiano prima di Alba. Una cappella eretta in Località Canta ricorda i Partigiani caduti, con un prezioso dipinto di Piero Simondo che fu, con Pinot Gallizio e Asger Jorn, tra i fondatori del Laboratorio albese di pittura immaginista.
 Dopo infinite storie di rivendicazioni autonomiste, nel 1957 Treiso acquisì lo status di Comune autonomo. Nel 2007 ha festeggiato i suoi primi 50 anni di vita.

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Pagina aggiornata il 29/02/2024